giovedì 30 giugno 2011

I SETTE SAMURAI (1954) di Akira Kurosawa


 
E' deciso: sarà Lotta Continua contro l'Impero del terrore de l'Oscuro primario, nei corridoi e nelle stanze del reparto Di Cinematografia Patologica. La lotta sarà ardau e strenua, le truppe avversarie sono una sorta di polizia privata armata fino ai denti, ma il nostro manipolo è composto da patrioti ed eroi. Accampati nella medicheria del V Piano, resistiamo giorno dopo giorno, organizziamo difese e offensive....Spesso il morale è a terra, ma noi sappiamo come sollevarlo...Stipati in quella maledetta medicheria, proiettiamo pellicole che sappiano donare coraggio e nuovi Significati alla lotta...L'intramontabile "I SETTE SAMURAI" (titolo originale: Shichinin no Samurai  ( 七人の侍 ha fatto salire la fiducia delle truppe ai massimi livelli....


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Giappone, metà dell'era Sengoku (o degli stati combattenti :1468 - 1601), un medioevo di guerre, miseria e ingiustizia. Un villaggio di contadini, stanco delle continue razzie di cibo e donne, perpetrato da un folto gruppo di brigandi, decide  di assoldare dei Samurai-Ronin per la loro difesa. La ricerca si rivelerà da subito molto ardua, a causa dell'avidità della maggioranza dei Ronin del tempo, costantemente alla ricerca di azioni gloriose con cui riscattare la loro carriera e soprattutto qualche
castello di cui diventare principe, stando che i contadini possono offrire solamente vitto e alloggio agli eventuali mercenari. La ricerca si rivelerà, per lo spettatore, come un viaggio entro la miseria e la cupidigia di una società povera e stremata dal sistema verticistico del giappone medioevale.  Quando tutto sembra perduto,   la svolta: Un vecchio samurai con alle spalle più sconfitte che vittorie, Kambei Shimada (un intenso Takashi Shimura) accetta, senza grossi fini di lucro, di aiutare i contadini ormai allo stremo, cercando altri Samurai disposti alla lotta senza alcun compenso. Quasi da subito si unirà al vecchio Combattente, un giovane coraggioso e poco esperto, deciso però a divenire un discepolo : Katsushiro Okamoto (Isao Kimura).
Ben presto altri Samurai decaduti o delusi e impoveriti dalle dure condizioni dell'epoca, si uniranno alla piccola truppa, alla rincorsa di un sogno di Gloria , di una nuova avventura da vivere, per sentire scorrere nelle vene l'adrenalina della lotta o per avere finalmente un nuovo scopo come guerrieri. Essi sono:il simpatico Gorobei Katayama (Yoshio Inaba), i fortissimi Kyuzo (Seiji Miyaguchi) (godetevi la sua abilità con la spada, qui) e Heihachi Hayashida , lo spaccatore di legna, (Minoru Chiaki), l'amichevole Shichiroji (Daisuke Katô). Ai sei coraggiosi si unirà ben presto lo sconclusionato, selvaggio e devastante Kikuchiyo (un inarrivabile Toshiro Mifune), non un Samurai vero e proprio (anche se millanterà discendenze nobile, false) ma un figlio di contadini deciso a divenire spadaccino dopo una vita sofferta e colma di lutti. La Flottiglia è completa e il loro arrivo al villaggio darà una scossa alla ripetitiva routine, cambiando le carte in tavola, mutando gli equilibri secolari come solo la guerra sa fare.
La figura dei Ronin è quella di eroi sconfitti, uniti tra loro più dalle ragioni del cuore, quelle che fanno sentire i nostri eroi uniti dalle ferite inferte loro dalla vita randagia di un guerriero. Dall'arrivo dei difensori al villaggio il film diviene corale, anche i contadini divengono guerrieri e soldati, cercando di schiacciare nel fondo delle loro umili anime l'egoismo e la paura. I 40 briganti che attentano alla vita stessa del Villaggio avranno ora dei nemici molto agguerriti davanti a loro!



Locandina originale




Un capolavoro capace di essere dalla parte degli umili, ma senza tralasciare critiche, a volte feroci, soprattutto contro quei contadini ormai rassegnati alla loro debolezza , ormai ottusi dalla loro pavidità, ormai convinti della impossibilità di risollevarsi dalla loro condizione, perchè avulsi nel qualunquismo, avvezzi da generazioni ad avere solo paura. Non manca la critica a chi ha fatto della lotta la propria ragione di vita, come i Samurai, sottolineato dal monologo del Folle e Savio Kikuchijo. Dal punto di vista dei contadini questi combattenti portano solo morte e distruzione, senza preoccuparsi di null'altro che non sia l'onore ed il Bushi.


Toshiro in una delle innumerevoli espressioni di cui è capace




Impressionante la prova di Toshiro Mifune (per tutti i malati di cinema è e continuerà ad essere un mito meglio di Rodolfo valentino..), che intesse un personaggio multi dimensionale e multisfaccettato, un Kikuchijo pazzo e sconclusionato, irruente e irresistibile, coraggioso , poetico e fanfarone, saggio , scavezzacollo e selvaggio insieme. Tante espressioni e vezzi del viso rendono il suo personaggio cardinale in tutta la pellicola. I suoi discorsi inaspettatamente corroboranti e veri.
Menzioniamo le belle prove di Takashi Shimura nel samurai esperto ed anziano, un personaggio reso credibile e solido, e della bella contadina (Keiko Tsushima) Shino, dura e dolce allo stesso tempo.

Prima della lotta....

Interessante il personaggio di Rikichi (Yoshio Tsuchiya) contadino coraggioso e distrutto dalla perdita della propria moglie, rapita dai Briganti e resa folle della prigionia.




Takashi Shimura ed il giovane Isao Kimura
Epico duello con le spade



Akira Kurosawa, uno dei padri del cinema moderno,  ha segnato il passo a tanti grandissimi registi degli anni a venire, antesignano di tutto il filone cinematografico d'azione, 20 anni prima che esplodesse in tutto l'occidente, confeziona un Capolavoro, stra-citato e stra-amato da tutti gli appassionati di cinema. Importantissima è la ricostruzione dei luoghi e delle dinamiche sociali del tempo, che fanno "etichettare " lil film nel filone "jidaigeki" e cioè (per i non nippofoni)un film di genere storico ambientato in un contesto temporale ben preciso (il lungo medioevo Giapponese nel nostro caso).
L'abilità sul formato bianco e nero è sotto gli occhi di tutti, una fotografia che ha fatto scuola (vedi la scena dell'incendio del mulino, dove Kikuchijo rivedrà se stesso e la sua triste vita nel salvare un neonato dal rogo). La sceneggiatura poetica, ricca di spunti di riflessione Zen, ed un incredibile capacità (caratteristica del regista) nel far sviluppare in maniera graduale i rapporti fra i personaggi, rendendo ciascuno di essi leggenda. Si prova a dare una risposta sulle motivazioni che dovrebbero spingere l'oppresso a non piegare la testa al soppruso, attraverso domande sull'amicizia e il rispetto che nutriamo per colui che chiamiamo fratello, poichè figlio della nostra stessa miseria. Spesso la reazione a questo stato di cose è la sola, parziale e sconfortante vendetta, che nulla toglie al dolore provato. I dialoghi e l'organizzazione delle battaglie sono intrise dell'immortale libro di Sun Tzu "L'arte della guerra".
La sua Tecnica del rallenti è agli albori, non elaborata e dinamica come nei registi Sam Peckimpah o  Sergio Leone, ma comunque incisiva, a dare epicità e grandezza alle sanguinose scene di lotta. Sempre presente in Kurosawa è l'attenzione alla natura, madre e matrigna, come durante le battaglie sotto la pioggia o nella bellissima lotta d'amore  su di un prato di margherite bianche.


Mastro Akira Kurosawa




Colonna sonora che trae forza dalla musica tradizionale Giapponese (un esempio qui oppue qui).



Ecco i nostri Eroi!!!!




 L'intenso finale ci lascerà delle domande sospese: Chi sono i vincitori e chi i vinti?
Sarà che la guerra, anche se perpetrata per ragioni condivisibili, produce solo morte e sofferenza?






 Curiosità:
Il  Mitico Western "i Magnifici Sette" di John Sturges è una rielaborazione di questo film.


Toshiro il folle!!!




 Ultime Suggestioni:
La scena in cui si rivela l'origine contadina del folle Kikuchiju, è densa di una critica sociale fuori dal comune. la critica alla passività dell'oppresso è molto rivoluzionaria e significativa di un mondo (quello degli anni 50)che stava già cambiando , senza eccezione di latitudine. Inoltre l'attore Mifune è capace con credibilità e verismo di passare da buffone a guerriero, da sconclusionato barbone a saggio comandante.



 Regalo finale: Godetevi il trailer del film realizzato dalla Criterion.









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Corroborati dall'intensa esperienza celluloidale, sentiamo dentro lo spirto guerrier ruggire. Siamo pronti a morire per i nostri diritti!! Ma sappiamo che l'oscuro primario ha armi potentissime nel suo arsenale....non ultimo il nostro stipendio, il nostro sostentamento, che avrà immancabilmente, finita la guerra, un ritocco al ribasso...Siamo nati per soffrire....

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