sabato 26 luglio 2014

AMORE TOSSICO (1983) di Claudio Caligari


La prima volta che sentii parlare di Amore Tossico, gli anni 90 erano nel loro pieno, mi trovavo a casa del Taurus...come "chi è?". Egli è il più grande collezionista che abbia mai conosciuto. Colleziona Fumetti, Vhs Vinili, Dvd.. Posso considerarlo un maestro ed un ispiratore,è colui che mi ha iniziato al magico mondo della Cinematografia Patologica. Inoltre, per ragioni anagrafiche,  ha vissuto a pieno ed in prima persona gli anni raccontati in Amore Tossico, in un turbine di Rock n roll e sostanze psicotrope che lo hanno portato ad un passo da pericolose dipendenze.....
 Ricordo come fosse ieri, quanto si lamentasse del fatto che non esistessero, in quella fine di millennio, copie integrali della pellicola in esame, e che quelle poche erano registrazioni effettuate in chissà quale astruso orario della notte fonda, di qualche anno imprecisato, di chissà quale Tv privata, tagliuzzata e censure perfino dei buchi nelle braccia dei protagonisti.
Fierissimo mi diceva di essere venuto in possesso di una copia integrale in Vhs.Non ricordo se fosse edita da A.Forni (noto e mitologico editore che in quegli anni recuperava e restaurava capolavori ormai dimenticati del cinema Bis italiano...) o della Avo Film, so solo che la tirò fuori dalla sua custodia come un tesoro, la fece ingurgitare al suo Magico Videoregistratore (una bestia a 8 testine, in grado di leggere Pal, Secam e pure le videocassette d'importazione Giapponesi e Honkonghesi), da quel momento in poi per me è diventato La Pellicola definitiva sul mondo della Droga! .. Trainspotting levati !,  anche tu Gaspar Noè, circolare ! qui si parla di mitopoiesi.

"..ndo' s'annamo a spertuzzà a venazza?..."

Tra Ostia e la periferia di Roma. Primissimi Anni 80. La giornata di chi si fa d'Eroina è scandita dai ritmi che la sostanza ti da. Cesare (Cesare Ferretti), Ciopper (Roberto Stani) ed Enzo (Enzo Di Benedetto) lo sanno bene e si ritrovano ogni giorno pè fa' colletta o pe' vede' de svorta'. Quando le cose vanno male, e a rota la fa da padrona, c'è sempre il Servizio, quelli che oggi chiamiamo Serd, per cercare di tirare avanti con il metadone, ultima spiaggia. Qui spesso si incontrano vecchie conoscenze, per le quali da cosa nasce cosa e magari si rimedia il buco... Cesare porta pure avanti una, a suo modo, tenera storia d'amore con Michela (Michela Mioni) compagna fedele di buco e di vita. Non tutte però sono così fortunate, Loredana (Loredana Ferrara), ad esempio, si trova costretta a prostituirsi per poter fare le dosi e cade nelle grinfie di un magnaccia. Di contorno tutta una selva di umanità varia, composta da personaggi del calibro d' er Donno , Capellone, Massimo...variegata e colorata, tutti con un unico chiodo fisso: L'Eroina.





Il regista Claudio Caligari, già attivo in un paio di documentari di fine anni 70 sul fenomeno Eroina, co-sceneggiato dal sociologo Guido Blumir (molti i suoi trattati sull'argomento), confeziona il suo "Ragazzi di Vita" e personale omaggio al maestro Pasolini, proiettandolo negli anni80. Spinto da intenti sociologici e artistici gira una pellicola volutamente grottesca, tragicomica, verista, a tratti documentaristica, riuscendo a descrivere un fenomeno complesso e drammatico senza  moralismi. Nel contempo confeziona un prodotto senza dubbio innovativo, capace di meritarsi l'attenzione di Marco Ferreri che lo presenta fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1983, in una sezione marginale, dove viene accolto abbastanza bene, vince premi e scaturisce memorabili polemiche.
In un intervista disponibile anche sul TuTubo, Caligari spiega come la sceneggiatura si sia sviluppata grazie all'aiuto di moltissimi tossicodipendenti di strada che si sono "prestati" come consulenti. Questa scelta ha definito in maniera decisiva il linguaggio del film, dove la particolare parlata sta a metà strada fra il dialetto romano, il gergo delle Carceri e quello dei tossicodipendenti nella Roma di periferia post-Pasoliniana.
Il continuo rimaneggiamento delle tematiche, la condivisione con gli attori e con i "consulenti", tutti Tossicodipendenti o ex tali, hanno portato ad un totale di 15  versioni della sceneggiatura a fronte di un film girato in circa un mese con le classiche due lire...
Claudio Caligari
Parlando degli attori che hanno partecipato al film occorre sfatare qualche mito. Per molti anni girava la voce che in questo film gli attori si fossero realmente drogati in scena, aggiungendo un aura mitologica e scandalosa a tutta la pellicola. Sappiate che una cosa del genere è reato (oggi come allora), ed il nostro Caligari e i suoi collaboratori lo sapevano, visto che si erano consultati con un Magistrato. La sostanza che vedete iniettare (l'iniezione è verissima, senza trucchi di scena) è banalissima soluzione fisiologica (a mimare la bianca) o addirittura un vecchio detossificante per il fegato (a mimare il Brown Sugar...). La cosa più difficile, a detta del regista, fu proprio convincerli a bucarsi "a vuoto" ma, si sa, all'arte non si comanda....
Altro mito da sfatare è : "In questo film gli Attori interpretarono se stessi". Non è proprio così: E' vero che questi erano tutti, o quasi, Tossicodipendenti o ex tali, ma i protagonisti interpretano dei "tossici di strada" cosa che in realtà non erano. Erano infatti  tutti  attori poco affermati o aspiranti tali, prevenienti da ambienti "Borghesi" con una reale scimmia per l'Ero (insomma quelli che non si sbattevano più di tanto per trovare i soldi per una dose). Sono dunque tutti Attori , ma conoscono in prima persona quello che recitano. Uno Stanislawsky traslato e impanato in pratica...
Fatta questa lunga ma doverosa premessa diciamo che ho amato praticamente tutti i protagonisti del film Enzo, Cesare, Michela, Ciopper e Loredana su tutti, il loro gergo, i loro modi, la perfezione nel linguaggio corporale, le battute che creano tormentoni, la loro disperazione e grandissima umanità. I protagonisti che ho citato sono quasi tutti morti per cause legate agli abusi di sostanza. Cesare era pure riuscito a disintossicarsi, ma poi l'Aids ce lo ha portato via nel 1989; mentre Roberto, l'attore che interpreta Ciopper, ha continuato la sua attività come attore morendo qualche anno fa di malaria in Africa ,dove si doveva sposare....

Cesare (Cesare Ferretti)

Michela (Michela Mioni)

Enzo (Enzo Di Benedetto)

Ciopper (Roberto Stani)

Loredana (Loredana Ferrara)

 Una colonna sonora non eccelsa, con musiche ipnotiche e distorte senz'altro adatte alle situazioni di tossicodipendenza. La curiosità vera sta nell'uso della canzone Per Elisa, scritta da Franco Battiato e portata al successo della cantante Alice, canticchiata da Enzo e Cesare prima di farsi.   L'Elisa in questione non sarebbe una donna che pretende troppo ma l'Eroina stessa che "ti lascia e ti riprende quando vuole lei...".Una canzone pop al servizio di un argomento per nulla mainstream, geniale no? ma giudicate da voi: 




Questo film permette di affrontare e approfondire il Fenomeno eroina in Italia, questa volta, da un punto di vista storico-antropologico. La storia della tossicodipendenza diffusa in Italia non inizia nemmeno con l'eroina, ma con le Amfetamine. Fu quando dal mercato sparirono droghe come la Marijuana e le Amfetamine che arrivò  prima la Morfina , poi L'eroina. Per chi fosse interessato alle dietrologie e financo ai complotti consiglio il documentario Rai Operazione blue Moon , grazie al quale ci si fa un idea dei come e i perchè della diffusione dell'Eroina in Italia (occhio a non mangiarvi il fegato dall'incazzo!).



Emblematici nella pellicola sono i  flashback, dove i primi buchi sono felici e spensierati, e l'eroina ha l'abbraccio di una mamma o di una fidanzata. Come  in una parabola che è paradigma della tossicodipendenza: dalla sua diffusione negli strati più magmatici, contestatari e promettenti di una società che stava cambiando, alle tragiche morti che hanno sconvolto una generazione, fino alle annate, dal 77 in poi, in cui il numero dei morti per overdose o complicanze legate all'uso di eroina furono da bollettino di guerra.
 L'eroina  ha portato via, solo in Italia, Artisti del calibro di Andrea Pazienza e Mario Schifani. Era vista in certi ambienti come una cosa chic, in altri si ignorava la devastante dipendenza che produceva, si insinuava ovunque occupando quel vuoto che, chi più chi meno, aveva. Il vuoto lasciato dalla Politica che da impegno diventava Lotta Armata,  di una Rivoluzione che a ben vedere non aveva cambiato niente, di una condizione economica o famigliare fallimentare, il vuoto di lavoro nelle fabbriche e nei quartieri,  di un Amore che finisce e non ti lascia niente, ognuno scelse (e c'è chi anche oggi sceglie ancora) il proprio, da colmare con un buco.
...il primo buco non si scorda mai...
Questo film racconta tutto questo, e se lo sai leggere anche molto di più, e lo fa in maniera semplice e diretta, come una battuta di Cesare, una presa a male di Ciopper, una soluzione dell'ultim'ora pe' svortà di Enzo, un sorriso malinconico di Michela, un buco sul collo di Loredana.

Cesare e Michela si sparano una dose sul monumento a Pasolini ad Ostia (beccato un altro omaggio al Maestro!)

***

Invece del solito Trailer, oh cari aficionados della Patologica Cinematografia,direttamente dagli archivi della Rai, vi regaliamo un intervista ai protagonisti, una chicca assoluta, solo per voi: QUI



12 commenti:

  1. Fiero di avere il dvd nella mia collezione.
    E' un film duro e puro, neoneorealista.

    La particolarità: è una delle poche pellicole italiane a contenere una bestemmia.
    Quanto al triste fenomeno della droga, gli anni '80 sono stati tragici per una intera generazione...

    Moz-

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    1. Il bestemmione durante la rapina...verissimo!!!

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    2. Proprio neorealismo puro :)

      Moz-

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    3. Oserei dire perfettamente acconcio al rientro del Primario in Corsia.

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  2. Granne ritonno, sor prima'! Fantastica anche la sola caratteristica di mantenere tutti i nomi di battesimo degli interpeti principali tranne uno.

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    1. Ciopper (Roberto)Nel film mi sa che viene chiamatio solo una volta di striscio col suo vero nome, è senz'altro il personaggio più tenero e più Pasoliniano...

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    2. E qui ci si pianta la precisa scelta stilistica....

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  3. Un grande ritratto di quegli anni tremendi. Ricordo come fosse oggi i volti di tanti miei coetanei che fecero la fine dei protagonisti di Amore Tossico. Dopo tanti anni ancora provo ancora fastidio a vedere certe scene....

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    1. Comprensibile. E aggiungo che su queste tematiche non tutti i film a sfondo tossico ,per quanto crudi, fanno questo effetto.

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    2. Forse questo funziona perché non è romanzato, non ha nemmeno una trama vera e propria. E' reale e non esagerato. Ed è italianissimo.
      Ecco il perché ha su di noi questo effetto deflagrante, anche rispetto allo Zoo di Berlino o Trainspotting.

      Moz-

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  4. L'ultimo film neorealista italiano....

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  5. L'ho visto e lo ricordo come se non fosse passato tutto questo enorme lasso di tempo , crudo e realistico come la vita , daltronde!
    Non ricordavo la canzone per Elisa...
    Un piacere leggerti, molto attento e preciso...mi sono unita al tuo blog, sperando in un tuo ricambio sempre gradito!
    Grazie e un abbraccio!
    http://rockmusicspace.blogspot.it/

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