mercoledì 28 novembre 2012

IL VENTO E IL LEONE (1975) di John Milius


Questa pellicola vi è offerta dalla Strana Trimurti.

Ovverosia: un fantolino sui nove anni tenero da abbottarlo a Fagolosi, nella parte di Brhama,un cinico vecchiaccio furbo, malevolo, avvinazzato e misantropo, nella parte di Shiva il distruttore dionisiaco, e stò nasuto Granpasso d'un Visnù che cerca di mettere una pezza alle di loro intemperanze; il tutto in confezione tre per uno, ovviamente. E non perchè (magari) mi stia trasformando in una versione gradevole di Deadpool per codesto piano dimensionale. Ma semplicemente perchè questo pantheon al curry mi ha squottato l'attico al piano encefalo appena ho preso in mano il dvd.
Oh...c'è che hanno pure ragione, beninteso.
Il Brhamino Giocherino mi fa, con gli occhi formato bambi di Yu Gi Ho :"UHHH il nostro filmone d'avventura-emozione preferitooooooo! Spade, berberi, la musica, il deserto citazioni a memoria, El Raisuli Super Ganassa. Ma sai che significa presentarlo sul blog??" . Ed il vegliardo Shivunito subito a dargli manforte, prendendomi a ditate le reni: "OH giovane! Guarda che non le fanno più, pellicole del genere: fotografia emozionale, dialoghi scalpellati nella pietra, attori ispirati, piani sequenza e cinemascope come se piovesse, la lungimiranza di un certo cinema che sapeva osare senza farsi accorgere. I sentimenti forti ma responsabili.la fierezza. Gli archetipi imbastiti e delineati sapientemente di due culture che guarda dove sono arrivate oggi..."
La premessa, come avrete capito, non viaggia certo verso l'obbiettività, per questa dissezione cinematografica, sebben gli elementi vi siano eccome. Quindi si va a sciorinarveli in trama stretta prima che gli altri due prendano troppo il sopravvento e scusandomi anticipatamente per le digressioni dei partecipanti alla stesura.

lunedì 12 novembre 2012

M*A*S*H (1970) di Robert Altman



- Una recensione ùichifriì –
  
 E’ tempo di tornare in corsia, per la cinematografia. Di volata.
Si perché quando cominciano a girare per gli schermi scherzi che il destino, o la vecchiaia, o la follia, o la tragedia pura & semplice, porta a sfornare a Mostri Sacri quali Scott (quello ancora diciamocosì vivo) o Stone; lungometraggi inconsistenti e shocchizzanti che urlano per l’eutanasia senza se e senza ma, un intervento invasivo d’urgenza come quelli che solo il qui presente può sottoporre agli specializzandi del reparto è cosa necessaria e vieppiù salutare.
 Partiamo quindi da Celine.
 Non Diòn, animali che non siete altri!
Bensì il collega (non della ugolatrice spasmica, ri-animali!) Dott. Louis Ferdinand Auguste Destouches, che con quel nome de plume derivato dalla nonna regalò al secolo decimodecimo uno spaccato completamente rivoluzionario della mente di un Savio Cerusico del popolo e per il popolo. Anarcoinsurrezionalista da chiamare la Digos, cinico, disilluso, nichilista e beone. Un pelo diverso da quello che ci si aspetterebbe da un laureato giurato ad Ippocrate. Ora no, ma a quell’epoca si.
 Refrattario all’autorità e al mondo militare quanto un reduce da Niente di nuovo sul fronte Occidentale che Stava come d’autunno sugli alberi le Folle di fantaccini, poteva risultare essere, stò medico della mutua mutuato alla macchina da scrivere influenzò profondamente gli Americani dell’inizio ‘900, al punto da essere idolatrato al latrato da un barbone di pregio quale Hank Bukowski , ...che dite cotiche.
Nel mentre, un discreto iconoclasta anticlericale,creativo e screanzato, poetico sovversivo, residuato di “educatori”gesuiti e Accademie Militari, cercava di farsi strada nel dorato mondo hollywooddiano al soldo di Alfredone Hitchcock. Ovviamont senza essere apprezzato. Strano…
Guardate che bel frikkettone

sabato 10 novembre 2012

ENTER THE VOID (2009) di Gaspar Noè


La psichedelia ed il cinema si sono incontrati tante volte. A partire dalla fine degli anni sessanta, tante pellicole hanno sfiorato l'argomento, alcune ci si sono immerse leggere nell'atmosfera, poche si sono immerse completamente. Una delle più significative e più famose in tal senso è The Trip del 1967 scritta da Jack Nicholson diretta da Roger Corman e interpretata da Peter Fonda (uscita in italia col titolo Il Serpente di Fuoco...sic...), dopo è avvenuta un invasione di film psichedelici che ci ha portati a  tutte le pellicole sperimentali degli anni 70  ed anche 80, sperimentazioni che si continuano a fare ancor oggi.
Tanti registi moderni impreziosiscono i loro film di riferimenti al viaggio della mente o meglio agli "alterati stati di coscienza", spesso legando al loro racconto tutte le implicazioni etiche, spirituali o di pura cultura dello sballo in essa presenti.
 Gaspar Noè nel 2009, con Enter The Void è riuscito a coronare il sogno personale  di un omaggio al cinema sperimentale psichedelico, alla subcultura che lo ha prodotto,alle filosofie esotico new age orientali che si è portata dietro e che raccontasse di un viaggio e di una personalissima visione della morte e di ciò che vi sarà dopo... Conoscendo il soggetto dietro la macchinadapresa già per il controverso Irreversible e per la fama da vero indemoniato che ha, mi sono lasciato condurre nel suo mondo....





Rimasti orfani in tenera età a causa di un terribile incidente automobilistico,  i fratelli  Oscar (Nathaniel Brown)  e Linda (l'incantevole Paz de la Huerta)  vengono separati. Una volta adulti ,Tokyo è la città del loro ricongiungimento, qui Oscar vive ormai da qualche tempo spacciando . E' una Capitale Nipponica sordida e fluorescentemente colorata, lisergica, lussuriosa, acida. Linda e la sua bellezza vengono risucchiate nelL'ambiente dei night e della prostituzione. Il rapporto fra i due è