martedì 26 febbraio 2013

MANGIARE BERE UOMO DONNA (1994) di Ang Lee


飲食男女

Allora c'era Teleppiù.Io guardavo ancora la TV.
Quei miseri +1 e +2 erano l'espansione proiettante all'attuale subbuglio di peiperviù che non avresti mai osato chiedere, appena usciti come si era dall' Ottantavoglia Discopub di Cologno Monzese (Mi) e ti permettevano di scialare di zapping furente, cosa di cui ero ossessivo compulsivo. Successe, un pomeriggio di maggio, ricordo, che la costante carrellata digitante al galoppo di soli frame mi si bloccò come per magia qui:


Due decadi poco oltre, il regista di questo hors d’oeuvre di un lungometraggio appetibilmente appetitoso come pochi, è stato premiato dagli Accadementi Maistream come Troppo il Migliore, per farsi perdonare di non averlo insignito allora, quando questa sua opera era tra i prescelti per miglior film straniero; altre supposte motivazioni, non mi interessano nè riguardano.
Quando il cinema orientale d'autore non faceva ancora figochic, quando ancora quello stesso schermo che fissavo affascinato non provvedeva a tutte l'ore mani di gente impegnata a cucinare a vanvera, i semplici, magistrali suoni e gesti del protagonista, inquadrati per quattro minuti senza un dialogo, scavavano nella mia memoria fanciullinamente proustiana snudando ritmi ed impressioni assorbiti passando ore a guardare le genitrici di due generazioni ai fornelli di quella che poco dopo scoprii essere una cucina da ristorante. Di quelli seri.
Alla fine dell'opening che spero si sia appena guardato, il Maestro Chu, il più grande cuoco di

lunedì 18 febbraio 2013

TROPA DE ELITE (2007) di Josè Padilha


Quando di sabato sera Terenzio the Dragon ed il  BellAntonio si presentano alla mia deleddiana magione, carichi di quattro Ichnusa® gelate, formato famiglia, Quando gli Elii partecipano a Sanremo e vincono tutto quello che c'è da vincere di serio, indipendentemente da ciò che vota l'italiano medio tramite il maledettissimo televoto, Quando, all'una di notte, passa su RaiQuattro: Tropa de Elite (Gli squadroni della Morte), il divano verde vomito della sala audiovisivi non può che ingurgitare le nostre membra e la Cinematografia non può che essere Patologica.

Brasile. 1997. Rio De Janeiro. Roberto Nascimento (Wagner Moura) è Capitano del BOPE, la truppa d'assalto più temeraria, integerrima, rispettata, temuta e violenta della nazione. La guerra che si combatte, quella per cui questa Truppa D'elite è nata, è quella, annosa e insolubile, contro i trafficanti di droga all'interno delle favelas, lasciati troppo liberi dai corrotti poliziotti comuni.
Una guerra sanguinosa, dove i metodi di chi dovrebbe portare l'ordine sono i medesimi (in certi casi ancora più efferati) dei creatori di caos che si combattono. Farsi temere dai cattivi, essendo ancora più decisi e sanguinari.
Stressato e stanco di questa vita, alla ricerca di stabilità con la moglie, in attesa di un figlio, Nascimiento vuole lasciare, non prima di aver trovato un sostituto, un uomo con le giuste doti. L'occasione di trovarlo si

venerdì 8 febbraio 2013

I MAGNIFICI 7 (2013) di Boomstick Award



Dai ferrei vincoli del mercificio umano caduti aperti ai piedi del pistolero Nigga, passiamo oggi a una bella catena forgiata espressamente dal patrono di Padova. Che tra l'altro ho appena scoperto non essere lo Spritz, tu guarda alle volte.
Nonostante la cocente delusione, vistoci tirati in mezzo immeritatamente ma con motivazioni mai così idonee, cogliamo l'occasione per dichiare i nostri gusti, le nostre frequentazioni abituali, le nostre letture in video, gli strafalli nostri che potetevene fare anche a meno, lo si sa.
Ma si annunci pure, onor del vero, che il bando di gara ci esce da un nerdverso spesso e voluttuario come mai fin'ora ne abbiamo visti, e che qualitativamente dà la paga, i coppini e le strizzate d'occhio - non ce la fai, bello - anche al Doc Manhattan. Eppoi che fai, rinunci ad un blogger di nome Hell  ? Geekshot.
Due di numero postine.
La prima è che pare si debbano pure narrare a nostra volta le regole della cosa, ma qui quelle robe lì a malapena sappiamo come si scriva il sostantivo.
La seconda è che qui siamo una moltitudine, una folla, a buttar giù i post dalle scale cercando di impattarli con la piattaforma che ci ospita: si è dalle parti almeno dei 2 individui. Però il titolo delle premiazioni riusciva filmicamente ridondante e rimarchevole con solo sette preferenze.
Sennò, con una serie intera a cranio veniva fuori  " Amore14". E voi sicuramente capite...
Ciò detto, con squillo di fanfare e trombe rullate lanciamo statuette sul parterre sperando che i vincitori le piglino al volo.

I WINNER-TACO sono:

- Combinazione Casuale di Frank. Il ragazzo scrive. Nel senso che scrive! E noi che si è lettori mostruosamente esigenti in fatto di stile, foraggiati esclusivamente del Meglio Assoluto che valga la pena di leggere, snob da far vergognare Umberto Eco, lo troviamo tremendamente bravo. Potrebbe recensire una puntata di Amici e  si riuscirebbe a trovare almeno un paio di passaggi linguisticamente illuminanti.
Si arriva addirittura a perdonare che in cameretta abbia la collezione completa di paginoni di Cioè dedicati a David Lynch. Addirittura.

- White Russian di Mr JimmyFord Senior. Quest'uomo ha bisogno dell'aiuto di tutti noi. E' un premio a  suffragio. Enorme professionista del mezzo recensivo, tiene una serie di problematiche ammorbanti:  ha tra i suoi principali spammer il Prof.Granpasso Giocher; è un etilista impenitente, felice, fiero e ammirevole, oltre che di gusti eccelsi; posta tenendo in braccio una tenerissima prole neonata dal nome altisonante; è sempre di settimane in anticipo sulla videoprogrammazione italica; si alza alle sei del mattino per scolpirsi i supporti dei tatuaggi; passa le sue giornate a litigare come nel Vizzietto con un bimbo prepuberale Ammanit-ogli dal destino cinico & baro. SIAMO CON TE!

- Il Bollalmanacco di Cinema della niña Babolla. Che è stata tra le prime nostre follower lurker. Che è un'Antrista, e tutto quello nel bene e nel male che ne consegue.Che è l'unica sola colpevole che il Giocher abbia compreso a cosa servisse la bacheca in bloggher e abbia cominciato, proprio dal profilo di questa innocente, a diramarsi per questo universo di personaggi che gli era del tutto incognito.Che scrive di cinema dalla sua nuvoletta di Drangonball scagliando strali come Ororo degl'icsmen.

- In Coma è Meglio di  Astutillo Smeriglia e Emanuelesi. Ve lo diciamo noi: sono due PAZZI. Ottimi, magnifici, ghignossissimi, streppati, deliranti. Con ordine e serietà. Impegnati ed intelligenti, incresciosamente, ineluttabilmente comico-critici. E talentuosi. A pacchi. Filosofi dell'utile cosmico e del pratico quotidiano.
Chiunque ci legga e sappia come si fa a lasciargli un commento sotto i post sarà retribuito lautamente.

-Linguaggio Macchina di Andrea Mameli. E' un Fisico. E' un giornalista, ha recitato in un film tratto da un romanzo di Sergio Atzeni, è un divulgatore a tutto tondo che sa essere sempre gustoso. Quando parla di cinema da tecnico fa spavento. Nel senso che ne sa ma parecchio. Se si butta sulle recensioni cinematografiche possiamo pure dare tutti alle fiamme le tastiere, folks.

-Spinoza di AA VV. Monumento alle idee che non ha bisogno di ulteriori premi e/o presentazioni, ha avuto una drammatica caduta di stile, decenza e livello, pubblicando in cartaceo alcune perle del Prof.Granpasso, e dandogli spazio addirittura nei mitici post. Grazie a Baruk, sott'altro pseudonimo.

-The DanG.E.R. Area di Eug. Un fumettofilo saputamente in gamba che si ammorba di mitologia della più alta e fa il teatrante? Ci piace. Di molto.


Bon! Qui abbiamo finito. Facciamo che non fate i soliti avventandovi sul buffet del Ricevimento. Il tappeto rosso dell'ingresso va riportato entro le 20 alla trattoria Lilliccu, che sennò rimane il pavimento della cucina tutto macchiato.

mercoledì 6 febbraio 2013

DJANGO (1966) di Sergio Corbucci

 
Come diceva il socio Giocher, questo duemilaecredici (che con le elezioni cambierannolecose) è partito col super botto!!.
 L'evento di questo primo scorcio di anno nuovo è stato senz'altro Django Scatenato del sommo Q.T.... quindi ci si domandava: "Non sarebbe il caso di farci un ciclo di review Django-related? e chiamarlo "Tutti  i Django del mondo?". La risposta è SI, con qualche SE e pure tutta una serie di MA.
SE parlassimo solo dei film ufficiali sopra il personaggio Django™, con una sua propria continuity, ci ridurremo a due soli films: il capolavoro/capostipite del 1966 e il sequel di quasi vent'anni dopo (1987) diretto da un tale Ted Archer (becero pseudonimo)!..MA i western italiani degli anni '80 non sono proprio il massimo, vero? Gli spaghetti western definiti "tardi" tendono, in genere, ad assembrare accozzaglie di luoghi comuni, perchè questo sarebbe diverso? MA Rino Gaetano che diceva a proposito di suo fratello-figlio unico?..ecco, appunto..."mai criticare un film senza prima, prima vederlo".. Quindi la prossima volta vi beccate  Django Strikes Again o Django 2 il Grande Ritorno del 1987!!...MA nel lontano 1966  Tedeschi,  Inglesi e  Americani   impazzirono letteralmente per il capostipite di tutti i djanghi (quello di cui andremo a parlare tra breve..), E Noi, Italioti che non siamo altri, fiutammo il bisnèss chiamando, da quel momento in poi, "Django" qualunque  protagonista-pistolero biondo dagli occhi cerulei nel raggio di due decenni (c'è, ad esempio, un interessantissimo "Preparati la Bara!" del 1968 con Terence Hill/Django...) visto che Sergio Leone, furbo come una faina,  al suo "Biondo", un nome non lo diede mai......
Quindi, SE recensissimo TUTTI i film con Django nel titolo (che sono molterrimi e non tutti di buon livello), fracasseremo il tessuto gonadico dei nostri pochi lettori con film evitabili e potremmo ribattezzare il nostro blog di cinema, "il blog dei film di Django che non la smetti"....
 Insomma come lo organizziamo questo ciclo "Tutti i Djanghi.."?!?
Facciamo che, italianissimamente, decidiamo di non decidere e quel che verrà verrà, cheiseràserà?
Facciamo che per il momento recensiamo i due Djanghi  ufficiali e vediamo quali degli ufficiosi merita?


OK, partiamo con l'unico, inimitabile, multicitabile: DJANGO  del 1966 di Sergio Corbucci!!!