sabato 29 settembre 2012

ACAB - All Cops Are Bastards - (2012) di Stefano Sollima


Quando anche l'ultimo degli scienziati di Nuova Avalon ha abbandonato la banchina dell'anello esterno, mi è stato subito chiaro l'intento del prof.Grampasso. Mi sono domandato più volte perchè proprio Io? Perchè SOLO io? L'allontanamento dei civili sembrava sensato, visto l'upgrade sull'Intelligenza Artificiale nota come palazzo conduttore. L'implementazione di una corteccia frontale nel meccanismo cibernetico capace di far funzionare la città dell'utopia fluttuante, poteva mettere in pericolo gli abitanti. Gli scienziati potevano controllare la situazione.Negli ultimi mesi l'isolamento del Professore è stato totale, le stranezze si sono succedute. Quando ho capito che sarei rimasto nell'isola con il professore, i dubbi si sono accavallati, ma la consapevolezza di un nostro incontro ha preso forma. Il momento della resa dei conti è comunque vicino, ed ho provato a rilassarmi nel breve viaggio verso il palazzo , con un film sulla polizia italiana :(ACAB di Stefano Sollima) dentro il "bruco-bus", diretto forse per l'ultima volta dentro il sancta sanctorum della città.


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Roma,  primi anni del XXI secolo. Uno sguardo sui Poliziotti del reparto mobile, "cellerini",mezzifasci induriti dal proprio lavoro. Uno spaccato di degrado, più personale che sociale in un mestiere che spesso è l'unica chance di lavoro in un paese abbruttito, l'italietta nostra.
I Signori in questione, questa volta, hanno nomi e pure soprannomi (per non perdere l'abitudine del Romanzo Criminale).
Uno sporco terzetto di tutori dell'ordine, Cobra(Pierfrancesco Favino), Negro (Filippo Nigro) e Mazinga (Marco Giallini) cementati da Onore, Cameratismo dei più beceri e Violenza. Un pò per scaricare le frustrazioni , in servizio e non, si macchiano di quegli atti tanto cari a certi "gaggi di quartiere" o ai fascisti metropolitani : pestare zingari o stranieri di etnie tendenti allo scuro, perquisire tifosi a sberle e sputi, reagire alla violenza dei delinquenti con la violenza dello sbirro. I tre hanno una vita familiare da dimenticare (divorzi, aggressioni, figli ribelli che odiano il proprio padre) e questa dovrebbe essere la loro giustificazione per gli atti che compiono.
 
Al gioioso terzetto si unisce  un giovane dei quartieri poveri, uno di quei giovani adulti a rischio che, qualche volta, prova a cambiare strada, saltando la barricata: Adriano Costantini (Domenico Diele). Il giovane non mostra ritrosie d'innanzi al modus operandi dei tre colleghi, anche se nel corso del film dimostrerà di saper maturare una coscienza civile tutta sua, ma senz'altro migliore di quella degli anziani colleghi.
Collega, solo di scorribande , non più di reparto è  Carletto (un post Bufalo Andrea Sartoretti), il quale è uno di quei bravi tutori della legge che hanno spaccato teste alla Diaz di Genova e , giustamente, estromesso dalla Polizia fa la Guardia Giurata sfigata, che non ha perso il vizio delle scazzottate semi legalizzate e dei pestaggi atti a ripulire la città di quella che lui definisce "feccia".

Adriano, Mazinga, Cobra e Negro



 Stefano Sollima, approfondendo il passato prossimo (proprio come in Romanzo Criminale-la serie faceva in quello più remoto) resta vago su alcuni aspetti prettamente di cronaca (Raciti  e Genova, Gabbo, caso Reggiani..per dire) crea epicità e mistero, come se fossero cose successe in un universo parallelo, differenti per alcuni piccoli o grandi particolari, ma reali.
Considerato che questo è il suo esordio sul grande schermo, considerato i magnifici trascorsi come regista della serie più bella finora prodotta nel panorama nazionale ed, infine, considerando il bellissimo Dna paterno,(eh si il papà di Stefano è quel Sergio Sollima di Sandokan, Corri uomo Corri, La resa dei Conti e altri masterpiece del cinema Italiano) non si vede l'ora che l'ottimo Sergio continui a sfornare pellicole, meglio se di genere.
 La fotografia è qualcosa di splendido, scura ma capace di  sfruttare luci improvvise ,abbagli, un velo romantico su tutto, una sporcatura vintage, convincenti le scelte di luce e colore nel rappresentare i caratteri dei personaggi.
La sceneggiatura è pure una buona cosa, non so quanto aderente  all'omonimo romanzo di Carlo Bonini. L'adattamento cinematografico è da pellicola polizziottesca più che da grande film autoriale, senza troppe cadute di stile a favore dell'action, ma godibilissimo e pure memorabile.  Per chi è abituato a conoscere il regista per vicende ad ampio respiro (come è possibile in una serie televisiva) rimane forse un senso di incompiutezza, ma il film funziona anche grazie alla sua maestria dietro la macchina da presa. Ha il merito di aver provato per l'ennesima volta a dare il La a quel tipo di Cinema che in Italia fatica  a tornare.
Il regista Stefano Sollima

 Degna di nota è la performance di tutti gli Attori:
Pierfrancesco Favino e Marco Giallini (forse un pò meglio il secondo) una garanzia , per pochi sarà una sorpresa, coagulano la forza e la veridicità dei personaggi all'interno di un recitato sempre convincente e mai fuori luogo. Non interpretano antieroi epici nella loro malvagità , ma nel rappresentare l'idiozia di una violenza normale, quasi scontata e "troppo semplice" ,rendono i loro personaggi dei pilastri su cui poggia quasi tutto il film.

Pierfrancesco Favino 

Marco Giallini
 Filippo Nigro un pò sotto i due "nuovi mostri" della cinematografia di genere e non italica, ma comunque bravo e credibile.
Filippo Nigro


Andrea Sartoretti è in ACAB, uno sbirro cattivo a riposo, tra i "macellai messicani" di Genova e per questo costretto a fare la guardia giurata per punizione. Non perde lo smalto da violento, partecipando alle spedizioni punitive. Sartoretti ci ha abituato ad interpretazioni intense, come l'indimenticabile "Bufalo" di "Romanzo Criminale la serie"; qui se possibile fa un ulteriore passo avanti, seppellendo la rabbia "Bufalica" dentro un personaggio apparentemente più placido anche se egualmente limitato dal punto di vista intellettivo ed egualmente efferato nella violenza gratuita (indimenticabili i suoi discorsi sulla dieta e i carboidrati...).

Andrea Sartoretti è Carletto

 Domenico Diele, nella parte di un  giovane pulotto ex delinquentello è un attore giovane  promettente, molto intenso, che non teme il confronto con i colleghi più scafati del cast.

Domenico Diele



Gli unici due argomenti a favore dei nostri "Bastards" sono: Il disagio nel fare un lavoro dalle molteplici responsabilità, spesso, sottopagati e la critica ad una classe politica sempre incapace a sintetizzare e comprendere le necessità e i disagi dei propri cittadini, capace solo di instillare paura e pregiudizio.
Ma La domada rimane comunque aperta: Ciò basta a giustificare le reazioni di chi dovrebbe essere la personificazione della giustizia? La risposta da Nuova Avalon è unanime:NO.
Non si riesce a simpatizzare per loro nemmeno visti all'interno delle loro vicende umane, perchè ci si rende conto che è l'incapacità a comunicare che li rende quelli che sono e che rende tutti i loro rapporti difficili. Chi non è capace di comunicare non può fare il tutore dell'ordine, perchè l'ordine necessita di dialogo e concertazione.
Il finale è un minimo consolatorio e ricorda tanto quei bei film italiani usciti tra gli anni 80 e i 90 come  
365 giorni all'alba (vado citando il maestro Doc.Manhattan) o/e Ultrà.

 

Il film ha ricevuto varie Nomination per il David di Donatello nell'edizione del 2011, uscendo però a mani vuote.

 

Trailer del Film:



  

Frase del film:
"Celerino figlio di puttana!!!" (canticchiato dai celerini stessi) 




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L'ingresso al palazzo conduttore è veloce come la voglia di capire ciò che sta per accadere. 
In pochi secondi l'ascensore pneumatico mi porta alle stanze private di Grampasso
Un odore di chiuso e stantio mi assale le narici. 
Il professore è seduto alla solita scrivania ,un caschetto di sensori è adagiato al suo scalpo rasato  , una mezza dozzina di schermi al plasma impazziscono stroboscopici. 
La sua voce riempie la stanza senza che lui apra bocca. :
"Era destino che finisse così. Un utopia è pur sempre un utopia. Mentre gli anelli esterni di Nuova Avalon vanno alla deriva, sappi che sei al sicuro, tornerai a casa. Nuova Avalon sarà solo un sogno per tutti voi.
 Io ed il palazzo conduttore ormai fusi in una unica mente, sfruttando la potenza dei motori gravitazionali, lasceremo la Terra.
 La lasceremo per lo spazio profondo, alla ricerca di nuova Vita.
 Grazie per il suo apporto Doc.Massis!!!. 
Continuerà nelle recensioni su Cinematografia Patologica, ed anche io darò voce alla mia passione per il cinema, ma da lontano, dallo spazio profondo o chissà da quale Pianete abitabile.
Ed ora tornate alla vostra vita e continuate a scrivere di cinema, io veglierò su di voi. E' tempo che Nuova Avalon e la sua intelligenza artificiale con le sue tecnologie solchino le distanze incolmabile del nostro sistema solare"
 Prima di poter rispondere i miei sensi vengono meno, è un sonno dolce, come quando stai sveglio tutta la notte a scrivere e non riesci a tenere gli occhi aperti ed il sogno e la realtà si fondono. Non riesco nemmeno più a ricordare il nome di quel posto tanto sognato, quella dolce Utopia che nome aveva? 




Mi risveglio sulla spiaggia della mia Isola, il ritmo delle onde è dolce....mi aspetta un nuovo giorno di lavoro, come ogni giorno nei corridoi di Cinematografia Patologica...

1 commento:

  1. Visto oggi intubato sull'onda della tua rece.
    Devo dire buono.Molto buono.
    Sai che un paio di tematiche erano particolarmente pesanti,per me; e io non amo certe pellicole,per questo.
    Luci,regia, narrazione fastidiosamente e appositamente lieve e non approfondita, da dar fastidio per la sua voluta documentarieta' del quotidiano.Tutto molto buono vero.
    Favino matto furioso el Giallo chettelodicoaffare sai quanto lo amo.Ho apprezzato molto personaggio e interpretazione della 'spina'..

    Oh cioe'...Sorpresona.Mica lo credevo.

    RispondiElimina

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