lunedì 10 dicembre 2012

BARFLY (1987) di Maacchicaspitavuoicheimporti l'ha scritto Bukowski


Mira que lindo el titulo en español

 Che io non è che ce l'abbia su particolarmente con il regista della pellicola, per l'elemosina.....ma ci tengo a precisare che Barbet Schroeder, con quel nome che domineiddio ce ne scampi  & gamberi e quel cognome da arcinemico delle Tartarughe Ninja che compone opere con un pianoforte giocattolo su cui si confessa Lucy Van Pelt, ha donato ai grandi schermi robe tipo Il mistero Von Bulow e ben poco altro. Si annoverano anche due documentari, uno sulla celeberrima Koko, la gorilla che per anni studiò noi primati superiori per conto della sua specie, pubblicando poi una ricerca sconsolante, l'altro su quell'esimio rappresentante della razza umana che fu le général Idi Amin Dada, genocida psicotico e megalomane. Ecco: appunto. Proseguiamo innanzi.
Anzi, facciamo un passo indietro, come gl'imbriachi.

Mi aggiravo per i miei pre-etilici 14 anni, avido di letture  forse più che quanto di pilu si può essere-e chevvelodicoaffare- in quei frangenti. E m'incappo in un libercolo più esile di un albo della Bonelli.
Questo.1a ed.Italiana 1981

Dai...la faccio breve che mi preme parlare del film: Hank Bukowski mi ha cambiato la vita. E lasciate perdere che ora ve lo troviate ogni 5 minuti sul Voltotomo nelle pagine citazioniste più seguite e lo conoscano pure i bimbiminchia (col CH) radical chic. La mia generazione di desaparecidos intellettivi se l'era quasi perso per strada, quest'Immenso, ed in tempi precambriani anteinternet non c'era un cane nel mio orizzonte culturale che lo conoscesse, con cui potessi condividere l'entusiasmo per i suoi "momenti di lucidità" tipici degli alcolizzati di genio.
E l'ho amato in solitudine, con la frammentarietà della leggerezza ragazzesca, mentre grazie a lui rileggevo Hemingway sott'altra luce, scoprivo Celine, Burroughs, Fante e la prosa sfacciata in generale. Non cercherò di estendere l'oscena quantità di analisi, commenti e peana già esistenti su di lui nemmeno di una virgola: chi di voi stia leggendo e non lo consideri un capisaldo, è intimato illico et immediate di abbandonare questo sito. Hank mi ha definitivamente portato oltre il confine controllabile dei miei due vizi pesanti, tracimati nella sana e consapevole dipendenza con la maturità : l'alcool e la bibliomania. A lui e ai suoi alter ego indissolubilmente dissoluti e qualunquemente umani devo la mia insana passione per il Boiler-maker, per la scrittura senza se e ma, la cinica occhiata alla vita data da una prospettiva traballante verso l'orizzontale. Di lui possiedo la quasi totalità delle opere, quelle fondamentali e non, sebbene non lo abbia mai apprezzato come poeta, più di tanto, eppure I-G-N-O-R-A-V-O questo film. Lo confesso qui e ora.
Applichiamo un paio di attenuanti generiche: la prima, semplicistica, è che me lo sono perso. Si: perso. Quante volte avrò avuto davanti l'informazione! Per esempio nel leggere, e rileggere, Hollywood, Hollywood! Il libro che il nostro scrisse dopo l'avventura di sceneggiatore in quel dorato mondo.O le sue interviste sull'argomento. O chissà quante altri rimandi. Ogni volta l'appunto dopo poco mi si cancellava, si sovrapponeva ad altri, sfumava limbicamente...chissà come mai. (Dite che potrebbe essere colpa dell'abuso di superalcolici....? Massa di perbenisti salutisti veterovegani!) La seconda attenuante è più precisa, ha un nome, un autore e una dislocazione spazio/temporale : Storie di ordinaria follia (1981) di Marco Ferreri a Bologna nel lontano '99. Si era ad un corso di cinematografia e ti propinano mentre sei in fattanza questa pellicola dal titolo esplicativo, basato su di un soggetto del tuo eroe di cui in quel periodo copiavi proprio e precisamente tutto, interpretato da una giovane e stupendissima Ornella Muti ma soprattutto da Ben Gazzara, e ti parte un hipe così mastodontico che è arrivato a Sassomarconi in anticipo di qualche ora per il rave alla fabbrica dei giocattoli  (ma questa è un'altra storia). Mentre cortocircuitavo sul "film che ha scritto Hank che mi sono sempre dimenticato di vedere" prendendo una sola pazzesca, mi bevevo il Gazzara calato a guanto nel personaggio ( ma con la disturbante voce di Gordon Gekko), mi annoiavo per il montaggio e prendevo a martellate il regista commentandolo con altri iconoclasti persi in miasmi di calabbra allucinogeneità, decidevo che Bukowski bastasse a sè stante, senza ausilii audiovisivi che mai sarebbero stati all'altezza della sua prosa. Errati et errabondi vaneggi !
Mannaggia,  ma come siamo finiti a parlare di un altro film? E soprattutto, non la dovevo fare corta? Mi rimetto in carreggiata immediatamente, che ho due compari che mi aspettano al bancone e s'è fatta una certa..
Hank e Mickey
In quel tempo, Hank disse ai suoi discepoli: "Quel mangiaspaghetti, pizzO e mannolino che è venuto qui a L.A. siennò 2 orate, sforzandosi di ubriacarsi con me e registrando una penosa conversazione, non ha colto per niente nel segno, nè di me, nè dei miei scritti. Allora sai che facciamo? Ci facciamo dare un sacco di soldi da quegli ebreucci di Hollywood e mi faccio io un film come si deve... -Pronto Bar ?!?! 'Vecchio figlio di puttana! Alza il culo da quella merdosa Parigi e vieni a trovarmi! Mettiamo su altro che il documentario su di me che stai montando!!". No, non ando' davvero così . Fu il suo vecchio amico di bisbocce, ed esponente di spicco della Nuvelle Vague, Barbet che riuscì ad interessare Francis Ford Coppola e i soldi che si portava dietro, grazie al materiale girato per un documentario sullo scrittore e convincendo quest'ultimo a furia di bottiglie ed insulti a scrivere la sceneggiatura, coinvolgendolo direttamente e per la prima volta nella realizzazione vera e propria della pellicola, con risultati sfacciatamente bukowskiani su cast, inquadrature, luci, musiche.
Barbet e Bukowski in euforia alcolica
- ...come poteva NON essere amico di un etilista malato di scommesse ippiche uno che si chiama Bar-bet... -

Ad interpretare Henry Chinasky, l'eroe autobiografico della maggior parte delle opere di Hank, viene chiamato un ex pugile semiprofessionista già coinvolto in parti da scandalo e premi della critica.Un omone già in via di sfattanza, con un talento appena sbocciato ma massiccio come il suo sex appeal selvaggio e sdrucito: Mickey Rourke. (Preferito ad un certo Sean Penn che si era proposto aggratise)
E qui dovrebbe partire uno speciale pistolone solo su di lui, sulla sua vita, le sue dis-avventure fuori e dentro da set e ring di vario genere, le sue amicizie che contano, cantano e contengono l'impressione esistenziale di uno degli ultimi Bad Guy veri e puri dello star system.Un SINCERO in tutto, per tutto e soprattutto; proprio come lo era Bukowski, la cui vita era 90% scrivere e il restante 10 aspettare di scrivere di nuovo. Ma magari facciamo un'altra volta.
Chi di voi* l'avesse riscoperto con quella mezza calzetta di filmaccio biopic di The Wrestler o lo conoscesse per 9 Settimane e 1 Mazzo, si fosse dimenticato che era accanto a Carrè Otis ( si agevoli pure la documentazione giustificante il perchè...) in Orchidea Selvaggia, lo ricordasse in quella ciofeca putrida di Harley Davidson e The Marlboro Man assieme a quella ciofeca putrida di Don Jonson.[*=..... per esempio io] è invitato subitaneamente a ricredersi in forma integrale. In questa pellicola lo troviamo in veste di attore perfetto, misurato, Stanislaskicamente deforme e rallentato, intenso nei primi piani: un tutt'uno con il suo actin-coach d'eccezione di cui sopra. Una parte, tra l'altro, che hanno successivamente saccheggiato in molti; il Deep di P&DaLV e il Cage di Via da semprelacittàdellaltro, per fare i casi più immediati ed escludere quel cazzone di Matt Dillon quando si aggirò inutilmente per i set di Factotum, ma pure Rourke stesso anni dopo, sia sullo schermo che nella vita.



Oltre al resto del cast ridottissimo , usato per interpretare (testualmente) “scarti umani in colonna per un posto all’inferno”, troviamo accanto a lui una spettacolare Faye Dunaway, all'alba dei suoi 46 anni, nella parte di Wanda Wilcox, un'altra barfly disperata ed apatica, disillusa e misantropa. Bella donna ormai sfatta che campa alle spalle di un vecchio ricco, permetterà ad Henry di offrirle un paio di drink, per poi portarselo a casa come si fa con un gatto randagio, senza nulla offrire o pretendere che non sia la compagnia per dare la fonda ad un paio di litri di Jim Bean e qualche dozzina di birre. Ecco un'altra professionista -del bicchiere e dello schermo- che richiederebbe un duecento righe di presentazione a chi non la conoscesse e altre duecento per elencare la gigaquantità di pellicole leggendarie interpretate, la valangata abbondante di premi vinti e la lista Platinum di registi e attori di più che prim'ordine con cui ha lavorato;  perciò: dev'essere una delle prime volte che ringrazio uìchipiedi di esistere.... Unica annotazione, anche questa Gran Signora di un cinema che non c'è più ripescò a piene mani ed in più di un occasione da questa interpretazione etilica e sfiorita, negli anni a venire, segno inequivocabile della qualità integerrima del prodotto.
Faye Dunaway
La trama di prima e dopo l'incontro focale tra i due, benedetto dall'Autore in Persona seduto accanto a loro al bancone (min.22), è la fedelissima trasposizione di racconti, poesie, aneddoti, elementi e riflessioni lasciateci da Hank Bukowski. E' un film che comincia con una rissa, scovata nel vicolo del retro di un baraccio da un dolly, e si chiude con una rissa all'interno dello stesso baraccio. In mezzo, una fotografia itterica spruzzata di neon rossastri e sciupati, tra l'altro inventati appositamente per l'occasione ed oggi strumento base per ogni film digitale - i Kino Flo; gli abiti da straccioni diseredati imbastiti da Milena Canonero; tanto alcool da farci galleggiare un cabinato di piccolo cabotaggio; l'assenza quasi completa di una colonna sonora, con vaghi accenni classici e jazz, quando un profano potrebbe sinceramente pretendere l'opera omnia di un Tom Waits; bagascie biascicanti, intonaci scrostati,vecchi residuati di delirium tremens, tende rattoppate, amplessi inutili come la vita di chi fornica, lirismo filosofico disperato, romanticismo vero e pezzente tronfio della propria indipendenza da una vita qualunque; storie minime prive di una qualsivoglia ricerca di redenzione o miglioria, di ideali ben definiti. Sigari, sigarette, mozziconi di matita e fogli unti per galleggiare sulla pazzia.
Un film fatto per redimere la distorsione attuata sull'uomo Bukowski e sul personaggio Cinasky da Ferreri. Centrato perfettamente da un'ottimo artigiano della cinepresa, in grado di mettere su celluloide lo spirito in fondo tenero e fanciullesco dell'autore e amico.Un film di appassionati lettori del soggetto, prodotto per gli appassionati lettori del soggetto. Ma non solo. Perchè che ci crediate o no, l'averlo visto con il distacco degli ettolitri e dei lustri da quel lontano '99 mi ha concesso di valutarlo come ciò che è: un alba rossa dopo una notte di bagordi. Un rigo spremuto dal cuore in un giorno di silenzi emotivi. Un  bell'esempio di come si possa fare un film senza una trama mozzafiato o scenografie intessute d'arte.Un film da far vedere nelle scuole elementari!!  E non come dissuasore.
Volete mettere l'aula...


Per ultimo tralascio direttamente il trailer e, datonsi che siamo di periodo di festività del Sole Invitto poi acquistato in franchising dalla cocacola, ve lo impacchetto intiero. Buona visione:


Frase del film:  

"Certe persone non impazziscono mai...Che vita orribile devono avere."




Edit .  Che Combinazione Casuale! Altra splendida recensione, qui comparata con Factotum (2oo4) dell'ottimo, romanticissimo Frank !!!

9 commenti:

  1. Questo film io lo amo, amo Buk e amo Rourke ma soprattutto amo citazioni sparse qua e là... e anche io l'ho visto fuori tempo massimo...

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  2. E perchè tu non l'hai ancora recensito?
    Non è lo stile del blog?

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  3. ...okkei calma.mi sono appena reso conto di essermela persa sul tuo!
    Appena rimediato..;))

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  4. Hank è sempre Hank, cazzo.
    Mitico.

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    1. E un suo alto ed istrionico giudizio sulla pellicola,Mr Ford?

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  5. Salve,
    augurandoti un buon Natale e un felice anno nuovo, ti invito a votare migliori film del 2012 sul mio blog. Nella pagina trovi anche il link per votare come "blogger cinematografico".

    Ovviamente, l'invito è esteso a tutti i blogger di cinema qui di passaggio che non sono ancora riuscito a contattare e a tutti i visitatori amanti del cinema!

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  6. Ehi mitico! Abbiamo dello spam!!!
    Babbo Natale esiste e ha ricevuto la nostra letterina!!

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  7. ..e se arrivassero gli hacker Russi???..o sono una leggenda? ;-)

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  8. Macche' leggenda! Il forum di Spinoza viene raso al suolo almeno due volte al giorno..

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