Sbuchiamo, ciechi come talpe, fuori da un tombino arrugginito. Le immagini distorte dalle lacrime che il sole ci dona. Piano, piano, si ricostituiscono i visi del
Doctor Bower, del
Dottor Milvius, quello segnato ,da cattivo dei polizziotteschi, del professor
Grampasso, io stesso mi vedo riflesso nei loro occhi, parodia di me stesso. Abbiamo Camici laceri e sporchi, volti da bambini invecchiati. Ci guardiamo intorno, siamo al centro di una radura di lentischio, ginepro e quercie nane, i nostri piedi sono sospesi su di un tappeto di sabbia bianca finissima, tutto intorno vegetazione.In direzione nord, sopra le foglie di quella Quercia contorta, svettano le sordide guglie di quello che abbiamo conosciuto come "
Nuovo Centro di Rieducazione della Mente Riottosa". Frusciano i rami di un grosso cespuglio a Sud Ovest, facciamo quadrato, stanchi ma attenti, attorno al Prof.Grampasso.
Emergono alla nostra vista quattro postadolescenti, dai visi seri e sicuri, i capelli corti, le divise color crema di un tessuto aderente e leggero, dei giovani monaci più che dei soldati.
"
Namastè Rachmadullah !!!" sillaba chiaro da dietro le nostre spalle Grampasso.
"
Rachmadullah Namastè." rimandano con solare fiducia i giovani. Grampasso esce leggero dal nostro abbraccio protettivo, si porta con passi emozionati verso il quartetto: è l'abbraccio di un padre ai suoi quattro figli perduti e mai visti grandi.
"
Andiamo!!! Nuova Avalon ci aspetta!!!" urla al nostro terzetto di scienziati sbigottiti. Ci muoviamo, stringiamo mani, ancora incapaci di sorridere, ma ormai salvi, non ricordiamo un solo nome dei giovani monaci, ma li seguiamo fra i cespugli della radura.
Dopo pochi minuti sbuchiamo su di un molo in legno semidistrutto, il mare è davanti ai nostri occhi.
Il mare, mai realmente percepito in queste settimane di reclusione, ci investe in pieno viso, facendoci urlare dentro le nostri menti "
Libertà!". Così investiti, non notiamo inizialmente l'imbarcazione che ci si para davanti.
E' strabiliante!!!.
E' una sorta di motoscafo cabinato lungo tre metri e mezzo, apparentemente senza motori posteriori, ma con una grossa imboccatura al loro posto. La sua forma è fluida, il materiale di cui è coperto sembra la pelle di uno squalo albino, assomiglia ad un grosso delfino!! Storditi saliamo la passerella ci caliamo da un'apertura posta superiormente, nel dorso del delfino. L'ambiente interno è futuribile, di una luce tenue ma confortante i colori riposanti e intrecciati. La stanchezza ci ricorda la fuga e i pericoli scampati. Dal nulla appaiono sedie sdrai, generi di conforto. Il vociare si fa amichevole, cala dall'alto uno schermo nero, che si riempie di luce. Dopo dieci anni, il Professor Grampasso, si schiarisce la voce per cominciare la sua prima lezione da uomo Libero. Il primo e ufficiale passo nella storia dell'Umanità dei Cittadini di
Nuova Avalon. Ci viene proiettato "
2046 ", e la voce di Grampasso accompagna le immagini arricchendole:
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"E’ una stanza ,ve lo dico subito, non solo una data da romanzo di fantascienza anni ‘60; e come tutte le stanze, ha da essere uno stato dell’essere. Frazioni di sentimenti amplificati a piacere, o a dolore, di chi li ha dentro.“Lasciare
il 2046 non è una cosa facile. Per uno che ci riesce, altri 1000 ci provano
all’infinito.