giovedì 22 settembre 2011

ROMA VIOLENTA (1975) di Marino Girolami




Nuova Avalon ha fermato i motori. Le cupole ,come possiamo vedere dall'oblo, cominciano ad aprirsi, come schiudersi di petali di magnolia. Il portellone si apre, abbagliati sentiamo solo il profumo del profondo oceano selvaggio. Poi le immagini.... sulla banchina del porto stanno un centinaio persone vestite della stessa foggia dei nostri giovani scienziati-monaci, del nostro Fabius Destreet, ma i colori sono differenti e molteplici. Sono persone di tutte le età, ci sono parecchi bambini e giovani, qualche anziano. Hanno gli occhi pieni di lacrime, ci applaudono, mentre passiamo sulla solidissima banchina sull'oceano infinito. Il prof. Grampasso stringe mani, si ferma ogni dieci metri, ad abbracciare salutare, commuoversi...."ti ricordi?", "non sei invecchiato per niente" riusciamo a sentire. I giovani hanno volti sereni e speranzosi. Guadagnamo, sospinti , l'ingresso di un veicolo dalla forma strana, quasi quella di un bianco bruco, movente su di una monorotaia magnetica. Prendiamo posto all'interno. il gaudente conduttore avvia la vettura , nel contempo da uno schermo, partono le immagini di ROMA VIOLENTA....
-"rilassatevi!", ci dice. "Arriveremo in pochissimo tempo al Palazzo Conduttore..."


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Una Pellicola che ha fatto epoca, dando nuova linfa ed un nuovo volto al genere "polizziottesco", che nel 1975 pareva donare le ultime stille di linfa dalla sua vena.
Fatto con le classiche "due lire", capace di uscire nell'Agosto 1975 ( mese in cui in genere si proiettano e si

venerdì 16 settembre 2011

BANDITI A MILANO (1968) di Carlo Lizzani





Ed eccola, dall'oblò panoramico della rapidissima imbarcazione, spuntare la prima cupola di Nuova Avalon, e con essa, il Palazzo Conduttore, l'edificio più importante della città, sede del computer principale che mantiene l'omeostasi dell'isola Stato. Dopo pochi minuti la vediamo nella sua interezza, ancora distanti varie miglia marine a largo, è una cittadella chiusa da una lente in vetro. "La cupola resta chiusa quando i motori gravitazionali sono in funzione, e sono in funzione per favorire il nostro imbarco".
Afferma sicuro il Prof.Grampasso.
"E' stato bello teorizzarlo, ma vederlo messo in pratica è qualcosa di indescrivibile...".
Nuova valon ci attrae a se come con un magnete, l'aggancio è veloce ma senza alcuno scossone. Destreet e gli altri giovani ci avvisano che potremmo sbarcare fra due ore, poichè occorre attendere il raffreddamento dei motori gravitazionali dell'isola. Giusto il tempo di volare con la mente sulle strade di una Milano post-Boom economico. Sprofondiamo nei nostri divani con Banditi a Milano.


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BANDITI A MILANO del 1968 può essere considerato a buon titolo il primo vero "polizziottesco".
L'antesignano del genere che in Italia spopolerà per tutti i Settanta e oltre, mutuando i divi e protagonisti del cinema Western

martedì 13 settembre 2011

AVERE VENT'ANNI (1978) di Fernando Di Leo





Sono sveglio da pochi minuti e lo sciabordio delle onde sul fianco dell'imbarcazione, mi ricorda dove mi trovo, mi ricorda la libertà appena conquistata, il futuro che ci aspetta è nebuloso, ma promettente. Appena in piedi ho modo di vedere la grande velocità a cui ci muoviamo e  l'apparente immobilità  che sperimento come passeggero di questo avveniristico embarcadero mi stupisce; i miei compagni sono tutti ancora addormentati, come lo è il Dott.Grampasso.
Un giovane Monaco fa capolino, mi sorride e mi chiede se desidero qualcosa in particolare.
"Caffè. E risposte ad alcune domande, grazie",rispondo sorridendo di rimando.
"Come si chiama Giovane monaco?"chiedo.
"Mi Chiamo Fabius Destreet, non sono un monaco, sono uno scienziato NeoAvaloniano, responsabile del "Settore SexExploitation.." quindi mi chiede "....E' Nuova Avalon ad incuriosirla,vero , Doctor Massis?" .
"Nuova Avalon. E la tecnologia che avete. I vostri abiti. La devozione nei confronti di Grampasso, è consueto nei figli col proprio padre non nei ricercatori col proprio maestro. Cosa è precisamente Nuova Avalon? e dove si trova? Cosa comporta esserne cittadini ? Cosa fate ?  E cosa rappresenta il prof.Grampasso per voi?".
Risponde sereno "Mi piacerebbe discuterne con lei, guardando un bel film. Per i NeoAvaloniani è segno di grande condivisione intellettuale condividere una pellicola mentre si discute di importanti questioni." . Al mio cenno di assenso, in risposta ad una impercettibile digitazione si apre davanti un ampio trentasei pollici, sostenuto da due cilidri magnetici. lo schermo prende ad avere una grana analogica. Scorrono le immagini di "AVERE VENT'ANNI" di Fernando DiLeo, una rarissima pellicola del 1978, ricercata da cinefili in tutto il mondo. Un vero e proprio pezzo di cinema segreto italiano La bocca è spalancata di stupore....



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Talvolta capita che, nei cassetti dei grandi sceneggiatori, giacciano per anni storie in cui si è creduto fortemente, ma che la vita o il caso non ha permesso di narrare e tradurre in pellicola per anni.
Poi dopo dieci anni  riescono a farlo, ma le cose non vanno come  preventivato. E' il caso di
"Avere Vent'anni".
Nato dalla penna solerte e urgente di Fernando Di Leo

mercoledì 7 settembre 2011

2046 (2004) di Won Kar Wai


Sbuchiamo, ciechi come talpe, fuori da un tombino arrugginito. Le immagini distorte dalle lacrime che il sole ci dona. Piano, piano, si ricostituiscono i visi del Doctor Bower, del Dottor Milvius, quello segnato ,da cattivo dei polizziotteschi, del professor Grampasso, io stesso mi vedo riflesso nei loro occhi, parodia di me stesso. Abbiamo Camici laceri e sporchi, volti da bambini invecchiati. Ci guardiamo intorno, siamo al centro di una radura di lentischio, ginepro e quercie nane, i nostri piedi sono sospesi su di un tappeto di sabbia bianca finissima, tutto intorno vegetazione.In direzione nord, sopra le foglie di quella Quercia contorta, svettano le sordide guglie di quello che abbiamo conosciuto come "Nuovo Centro di Rieducazione della Mente Riottosa". Frusciano i rami di un grosso cespuglio a Sud Ovest, facciamo quadrato, stanchi  ma attenti, attorno al Prof.Grampasso.
Emergono alla nostra vista quattro postadolescenti, dai visi seri e sicuri, i capelli corti, le divise color crema di un tessuto aderente e leggero, dei giovani monaci più che dei soldati.
"Namastè Rachmadullah !!!" sillaba chiaro da dietro le nostre spalle Grampasso.
"Rachmadullah Namastè." rimandano con solare fiducia i giovani. Grampasso esce leggero dal nostro abbraccio protettivo, si porta con passi emozionati verso il quartetto: è l'abbraccio di un padre ai suoi quattro figli perduti e mai visti grandi.
"Andiamo!!! Nuova Avalon ci aspetta!!!" urla al nostro terzetto di scienziati sbigottiti. Ci muoviamo, stringiamo mani, ancora incapaci di sorridere, ma ormai salvi, non ricordiamo un solo nome dei giovani monaci, ma li seguiamo fra i cespugli della radura.
Dopo pochi minuti sbuchiamo su di un molo in legno semidistrutto, il mare è davanti ai nostri occhi.
Il mare, mai realmente percepito in queste settimane di reclusione, ci investe in pieno viso, facendoci urlare dentro le nostri menti "Libertà!". Così investiti, non notiamo inizialmente l'imbarcazione che ci si para davanti.
E' strabiliante!!!.
E' una sorta di motoscafo cabinato lungo tre metri e mezzo, apparentemente senza motori posteriori, ma con una grossa imboccatura al loro posto. La sua forma è fluida, il materiale di cui è coperto sembra la pelle di uno squalo albino, assomiglia ad un grosso delfino!! Storditi saliamo la passerella ci caliamo da un'apertura posta superiormente, nel dorso del delfino. L'ambiente interno è futuribile, di una luce tenue ma confortante i colori riposanti e intrecciati. La stanchezza ci ricorda la fuga e i pericoli scampati. Dal nulla appaiono sedie sdrai, generi di conforto. Il vociare si fa amichevole, cala dall'alto uno schermo nero, che si riempie di luce. Dopo dieci anni, il Professor Grampasso, si schiarisce la voce per cominciare la sua prima lezione da uomo Libero. Il primo e ufficiale passo nella storia dell'Umanità dei Cittadini di Nuova Avalon. Ci viene proiettato " 2046 ", e la voce di Grampasso accompagna le immagini arricchendole:

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"E’ una stanza ,ve lo dico subito, non solo una data da romanzo di fantascienza anni ‘60; e come tutte le stanze, ha da essere uno stato dell’essere. Frazioni di sentimenti amplificati a piacere, o a dolore, di chi li ha dentro.“Lasciare il 2046 non è una cosa facile. Per uno che ci riesce, altri 1000 ci provano all’infinito.

venerdì 2 settembre 2011

PUNISHER WAR ZONE (2008) di Lexi Alexander



Dopo poche ore, immersi in un immutabile buio piceo, mi rendo conto che l'unico ad essersi appisolato è proprio il Dottor Grampasso, mentre  i miei due colleghi e fratelli in armi Doc. Bower e Doc.Milvius, come me, vegliano insonni. Bisbigliando poco ,per non svegliare colui che ci sta guidando nella fuga dalle contorte budella del "nuovo centro di Rianimazione della mente Riottosa", dopo esservi stato rinchiuso per dieci anni, ci ritroviamo spaventati ma sicuri di andare fino in fondo, risoluti nell'affrontare , se sarà il caso, i sistemi di sicurezza dell'Oscuro Primario. Mentre bisbigliamo paure e inconfessabile coraggio, un fruscio, lievissimo, quasi di metallo che striscia su metallo, udiamo provenire dalla botolo d'ingresso. Un gelo profondo ci trapassa la spina dorsale dall'occipite al coccige. Poi tutto tace per ore, quindi il Doc.Bower si muove verso l'ingresso, dove bisbiglia aver scorto, nella pece di buio in cui stiamo, qualcosa. Ne riemerge con in mano una pizza di metallo, contenente l'immancabile Pellicola. Mentre domande come: Chi? Dove? Perchè? affollano le nostre bisbiglianti bocche, Grampasso rompe il silenzio, ridestatosi dal breve sonno: "Eccolo, è il segnale!! I miei collaboratori sanno ove siamo, non ci resta che attendere, giusto la durata di questa pellicola, che organizzino meglio l'ultima parte della fuga. E' da dieci anni che si preparano a ciò.".
Detto questo, illumina con una strana luce che sbuca chissà da dove, l'etichetta che denomina la pellicola. "PUNISHER WAR ZONE del 2008!!! " Dice, con un sorriso che non riusciamo a decifrare....




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Il film è definito un reboot ed è l'ultimo dedicato al personaggio del Punitore, tanto fortunato fumettisticamente quanto sfigato dal punto di vista cinematografico, purtroppo vittima di vari massacri in celluloide. Massacri che partono dall'89,dal cafonissimo (titolo italiano "Il Vendicatore") The Punisher ,interpretato da Dolph Lundgren, brutto e inespressivo come il suo protagonista. Poi nel 2004 venne fuori il The Punisher di Hensleight, con tante pretese, tendente al ridicolo e farcitissimo di tutte quelle piccole cose che fanno veramente imbufalire l'appassionato di fumetti