- Una recensione ùichifriì –
E’ tempo di tornare in corsia, per la cinematografia. Di
volata.
Si perché quando cominciano a girare per gli schermi scherzi
che il destino, o la vecchiaia, o la follia, o la tragedia pura & semplice,
porta a sfornare a Mostri Sacri quali Scott (quello ancora diciamocosì vivo) o Stone;
lungometraggi inconsistenti e shocchizzanti che urlano per l’eutanasia senza se
e senza ma, un intervento invasivo d’urgenza come quelli che solo il qui
presente può sottoporre agli specializzandi del reparto è cosa necessaria e
vieppiù salutare.
Partiamo quindi da Celine.
Non Diòn, animali che
non siete altri!
Bensì il collega (non della ugolatrice spasmica, ri-animali!)
Dott. Louis Ferdinand Auguste Destouches, che con quel nome de plume derivato dalla nonna
regalò al secolo decimodecimo uno spaccato completamente rivoluzionario della
mente di un Savio Cerusico del popolo e per il popolo. Anarcoinsurrezionalista
da chiamare la Digos,
cinico, disilluso, nichilista e beone. Un pelo diverso da quello che ci si
aspetterebbe da un laureato giurato ad Ippocrate. Ora no, ma a quell’epoca si.
Refrattario
all’autorità e al mondo militare quanto un reduce da Niente di nuovo sul fronte Occidentale che Stava come d’autunno sugli alberi le Folle di fantaccini, poteva
risultare essere, stò medico della mutua mutuato alla macchina da scrivere
influenzò profondamente gli Americani dell’inizio ‘900, al punto da essere
idolatrato al latrato da un barbone di pregio quale Hank Bukowski , ...che dite cotiche.
Nel mentre, un discreto iconoclasta
anticlericale,creativo e screanzato, poetico sovversivo, residuato di “educatori”gesuiti
e Accademie Militari, cercava di farsi strada nel dorato mondo hollywooddiano
al soldo di Alfredone Hitchcock. Ovviamont senza essere
apprezzato. Strano…
Guardate che bel frikkettone |
C’è uno script basato su di un romanzo che gira,al solito, per gli Studios. E’già stato rifiutato da operatori del ramo tipo Kubrick,Sydney Pollack, Lumet, Arthur Penn e Nichols; che vuoi che sia: gentucola senza le palle per delle tematiche fuori dagli schemi.(Credici).
E’ un libro che
parla di medici anticonformisti alle prese con l’autorità militare, la
religione ed il gentil sesso, scritto sotto pseudonimo da un chirurgo….MA NON
E’ Viaggio al Termine della Notte di
Celine. E’ di un certo H. Richard Hornberger che s’era fatto la lettura
e poi la pensata : “Va’ qua che bella ideona! Lo fò anche mì che mica
solo i mangiarane con le patatine fritte possono scrivere..!”
Bell’e fatto:
ambientato durante la sanguinosa Guerra in Corea, è l’occasione che Altman stà
cercando per una severa critica alle Forze Armate e alle schifezze che stanno
confezionando al Popolo Americano in casa e fuori, in special modo nel Sud Est
Asiatico. All’epoca e per parecchio tempo ancora era davvero tabù anche solo accennare al Vietnam. Proprio e per sul
serio. Chiedere ad un certo JFK se non ci credete… .Si Oliver! Stò parlando con
te e con quelle tue Belveffammila cortesiagesùcosamitocca. Vedere. Alla. Mia.
Età!
Per prima cosa si
deve mettere su un equipe chirurgica con i controattributi, per interpretare i
tre protagonisti, e letti a posteriori i nomi sono davvero di prima classe: Donald
Sutherland, Elliott Gould e Tom Skerritt. Peccato che allora fossero a malapena agli
esordi.
Poi li si schiaffa a
vivere per davvero in un Ospedale da Campo di Prima Linea montato sul fango e
organizzato come una Comune Beat per tutta la durata delle riprese,
lasciandogli mano, gomito e pube liberi per calarsi nei personaggi.
Sutherland, Gould e Skerrit |
Film corale a
episodi, pregno di ogni stilema che renderà Altman un capisaldo del Cinema,
M*A*S*H è l’acronimo per Mobile Army Surgical Hospital . In soldatoni, il posto peggiore dove
passare la Guerra,
se non sei proprio il Sgt. Hartman vostroCapoIstruttoreluridissimivermi!,
subito dopo il Fronte di fronte al Nemico. Qui vengono richiamati in servizio
da lucrose attività mediche i riservisti Benjamin Franklin HawkEye
Pierce (Sutherland sbarbatello),
RocketJohn McIntyre (Gould) e
Augustus Bedford Duke Forrest (Skerritt all’epoca in cui volava col padre di Maverick).
Pur insigniti del
grado di Capitani per inoculargli la pillola, a questi gozzoviglioni scatenati
proprio non va di dover tornare a naja .Loro salvano vite e che diamine gli
frega del resto.
Ma visto che ormai
ci sono e devono starci per tutta la ferma, tanto vale spassarsela, dando vita
ad una sequela di gag irriverenti e goliardiche da definizione di libro di
testo, che sembrano ispirate al Beetle Bailey di Mort Walker.
Della trama non vi
si parla, che ridurrebbe tutto a farvi perdere di vista ogni singola
inquadratura che invece va seguita con cavillosa attenzione, per dettagli,
raffinatezze di scuola registica e dialoghi spesso sovrapposti ed encomiabili.
L’occhio e l’orecchio dello spettatore vengono spesso messi fuori asse da quel
furbacchione del Gran Maestro che in questo film profondeva ogni propria
intuizione e demoniaca caoticità spiazzando gli interpreti stessi.
Interpreti di
livello certo non limitati ai protagonisti: ogni parte è fondamentale e
cumulativa per l’effetto di satira di costume, politica, religione e società
che qui ci si prefiggeva.
C’è il Teocon
antelitteram neosconfitto alle presidenziali americane veterofanatico maiuscolo
Robert Duvall nella parte del Maggiore Frank Burns, che ha
tutta l’aria di essere il fratello del Montgomery che poi farà carriera nel
settore delle centrali nucleari, solo con molto più Dio e Patria addosso. L’unico
del cast già con una signora carriera avviata (e che ha rischiato qui di gettare
via).
.E anche se mi troverò a camminare nella Valle delle Ombre io… |
C’è l’inflessibile integerrima inappuntabile
incommensurabile imbecille Maggiore Margaret Bollore O'Houlihan, una
bravissima Sally Kellerman dai
molteplici talenti, poi diluiti nel tempo, senza più performance di questa
portata.
"Ma perchè soprannominarmi proprio Bollore?!" |
C’è la deliziosa broncina insoddisfatta/ma fedele (eeehh)
compendio di tutto il Circolo Ufficiali del Campo Jo Ann Pflug, alias
Tenente Maria Brioche Schneider.Un visino spaziale da torta alle
ciliegie tipica americana che si vedrà a profusione in seguito in serie tv
quali Hazzard, Supercar, Adam 12, Love Boat e Charlie’sAngels. In pratica una
carriera pezzente che neanche la
Arcuri.
APPPLEPIE!! |
Troviamo il Tenente Colonnello Henry Blake, a
capo-si-fa-per-dire della baraccopoli sanitaria (Roger Bowen),
che
puo’ ben permettersi di dedicarsi alla pesca alla mosca e alla cavallina da
saltare, mentre in sua vece, ed in anticipo, lavora il Caporale Radar
O'Reilly (Gary Burghoff).
E poi il “Dentista
più Fornito dell’Esercito “ Cassiodoro, in
timor di ‘recchitudine, ed il povero
Prete tra gli irredenti Vinsanto.
Il tavolo operatorio
è pronto per dissezionare malignamente ogni vizio nascosto e non della società
di allora, in un’ambientazione smaccatamente anni 70 anche se si sarebbe nei
Fifties, con tutto quello che ne comporta, in particolar modo denunciare dal
primo minuto che qui si parla del ‘Nam e non di altro..
Perle del lungometraggio
sono certamente la colonna sonora, il cui tema centrale “Suicide is Painless”
ispira una meravigliosa pantomima dell’ultima cena di Leonardo,
Suicide is Painless
e la scena in pieno stile ESPN live,che ha fatto scuola
nelle trasmissioni sportive, di una partita di Football, doping e scommesse
comprese, talmente sconosciuto allora
che il doppiaggio ancora ne parla come Rugby, Santa Innocenza.
Ma siamo comunque a ridosso del fronte, e la guerra si sente
soprattutto in sala operatoria. Senza luci, sangue dappertutto, punti di sutura
larghi se sei di fanteria per non farti tornare subito a farti sforacchiare,
estreme unzioni in 3x2 come ai saldi. E i casi già spinosi di figli non
riconosciuti dei soldati che si sollazzavano con le locali. E i notiziari per
le truppe artatamente dementi nella loro positività forzata. L’uso improprio
delle scale gerarchiche e la pochezza dei più alti in grado.
Tolte le esperienze boccaccesche e triviali dei protagonisti,
rimane tra le dita la loro filosofia retta e umana. Cinica e strafottente ma
saggia, navigata e certo più funzionale dei finti ideali che hanno portato a
quella terribile situazione. Voglio dire: avete solo idea dello spessore professionale
che ci vuole per portarsi nella tasca interna dell’eskimo un vasetto intero di
olive apposta per poter coronare un Martini Cocktail fatto come dio comanda in
piena Corea? E’ l’Ivy League che limona duro con i Figli dei Fiori!! Ma
soprattutto è la letteratura anarcoide e antisociale di quel mostro di Louis
Ferdinad Celine che prende vita sullo schermo. Dimostrando al mondo che anche
chi è carico di quelle nequizie che la società bene individua negli elementi
più pericolosi ( non dimenticarsi che si era ancora avvolti dagli strascichi
del Maccartismo) dà quotidianamente il suo eccezionale contributo a mandare
avanti la barca dell’umanità. Nonostante ciò che pensa di essa. Racimolando
brandelli di serenità effimera per costruirsi un altro scalino nel vuoto del
lungo viaggio al termine di quella notte, da cui ci si sveglia dopo, che è la
vita. Ricchi di una rettitudine inviolata da dogmi e principi preconfezionati,
sofferta come tutte le scelte coraggiose ed innocenti.
Poteva essere una commediola sui generis, figlia di altre
opere analoghe molto più raffinate come “Operazione Sottoveste” del bel 1959
(Consigliatissimo), e forse lo sarebbe stata.
E allora com’è che è diventato un Cult Movie ? La rampa di
lancio per la carriera di quasi tutti coloro che vi hanno messo mano? Come è
successo che un film, che appena finito di montare sia cast che sceneggiatore e
casa produttrice disconoscevano pubblicamente e criticavano a piene mani, sia
stato poi preso ad esempio ed ora è considerato un inarrivato classico?
Semplicissimo: Palma d’oro a Cannes per la Regia. 5 nomination agli
Oscar più una statuetta portata a casa. 5 nomination ai Golde Globe più una
palla dorata intascata.6 nomination e altro premio vinto ai British Accademy.
Tutti l’anno dopo. E tutti per categorie diverse, attenzione. Dal montaggio
alla colonna sonora, agli interpreti co e protagonisti, alla sceneggiatura ,
che fra l’altro fu proprio uno dei motivi di rottura, dato che Altman l’aveva completamente stravolta
e improvvisata giorno per giorno..
Argomenti che convincerebbero il cane più idrofobo ad
aggiogarsi al carro del vincitore unico: Robert
Altman. Che ha confezionato una pellicola raffinata e commovente, ricca di
spunti profondi e di situazioni solo apparentemente semplici e volgarotte,
riuscendo a far dare il meglio da un materiale umano di sicura qualità ma solo
grazie a ciò che egli vide in loro,e da come scelse di farli accoppiare..
Trailer
L’ultima e poi andiamo...
Per rincarare la dose di stecche che l’autore potè fare ai
detrattori della prima e dell’ultima ora, il film ebbe un tale successo anche
di pubblico da richiedere d’ufficio una serie Tv dedicata .Le vicende del 4077°
MASH arrivò fino alla nona stagione e piantò ben ben il seme di apprezzamento
dell’odience per l’ambiente medico che non si prende troppo sul serio a giocare
a rimpiattino con la Grande Mietitrice.
Fate conto che senza di essa vi perdevate E.R., Gray’s Anatomy e cazzabubbole
varie.
....Vi sfido a trovarne una sola che riesca a riassumere questo casino sgangherato!
Articolo interamente scritto dal Prof.Giocher Grampasso
questo film lo vidi anni fa in televisione e lo registrai, un vero cult
RispondiEliminaAssolutamente! Che classe! Guazzabuglioso e curatissimo
RispondiElimina- "Io mi chiedo come un simile depravato possa essere giunto ad occupare un posto di responsabilità nell'ambito della medicina militare!"
RispondiElimina- “Oh, lo hanno richiamato."